I principali luoghi dove dormivano, mangiavano e lavoravano i Confinati sono segnati da delle targhette di maiolica . Si individuano facilmente girando per il centro storico. Ne riportiamo alcune.
Dalla descrizione fatta da Alberto Jacometti, riportata nel libro della Filomena Gargiulo, i confinati facevano una passeggiata che partiva dai casermoni, passava da Via Muraglione, saliva per Via degli Ulivi, ridiscendeva per Via Iacono, arrivava a Piazza Castello, da qui si scendeva per via Roma per raggiungere piazza Chiesa e poi risalire per via dei Granili per ritornare ai Casermoni. Lungo questo percorso si incontrava il forno, il pollaio, la posta, il farmacista, la biblioteca, i negozi e le numerose mense. La Gargiulo scrive: "oltre a quella mista che era assegnata dalla Direzione, vi erano le mense dei comunisti, le più numerose sette-otto, quella dei socialisti, quella degli anarchici, quella dei giellisti, quella dei federalisti; anche i manciurani avevano la loro mensa, molti però preferivano prepararsi i pasti autonomamente. C'era anche la mensa degli ammalati alla quale la generosità dei compagni faceva pervenire latte e uova fresche."